Visto e considerato che sto “adottando” questo resistente – cosa che da ora in poi farò con tutti gli Irriducibili – torno su una cosa di cui vi parlavo ieri. Vi dicevo della parte marginale della produzione del gelatiere Andrea Bandiera, quella che lo porta a reinterpretare tutti i classici dell’industria dolciaria del dopoguerra in maniera artigianale, come fossero sublimi sberleffi alla fabbrica del fasullo, del colorante, del finto sapore, andando a giocare sul terreno di Motta, Sanson, ecc.
Troviamo, in un ironico gioco di ribaltamenti, un “finto cucciolone”, il celebre gelato al biscotto. Qui per 3 € si propone un biscotto preparato da Gino Fabbri, abbinato ai gelati cremosi di Scirocco.
Quindi viene il “ghiacciolo”, se così si può chiamare, perché di ghiaccio, inteso come acqua congelata ce n’è ben poco, infatti il “ghiacciolo di Bandiera” contiene il 60% di frutta fresca… Dice l’autore: “C’è un signore che viene con la borsa frigo e ne compra per 75 euro alla volta”. Quando si dice fidelizzare il cliente.
Infine un’anteprima che abbiamo avuto l’onore e il piacere di assaggiare ancora in forma di prototipo: Il ciocorì! Chi se lo ricorda? Era una tavoletta di cioccolata e riso soffiato, credo prodotto dalla Ferrero negli anni ’60 e ’70. Qui abbiamo una meraviglia per palati fini.
Nei prossimi giorni scenderò nel dettaglio.
Godo
Il Ciocorì era della Motta, così come il Biancorì. Celebre era lo slogan “Compagni roditori”.
Grazie mille della precisazione!
Ho avuto la golosissima occasione di assaggiare alcuni gusti di Scirocco e davvero portano una ventata di caldo rinnovamento(in onore del nome), celebrando la freschezza e la semplice genuinità della sintonia dei sapori.
Non anticipo i dettagli promessi dal Sign.Godo ma suggerisco di non mangiare nè bere caffè nè fumare prima di entrare da Bandiera..per non “rovinarsi” la bocca!
ad maiora
[…] che qui lo sberleffo all’industria è scritto anche nel nome, la dove era il “Cucciolone”, ora il suo concorrente nobile si chiama “Tesorino” anche in virtù del […]